sabato 11 luglio 2009

Vangelo secondo ignoto

I Vangeli ci parlano delle traversie che dovette subire Gesù Cristo per redimere il genere umano dal peccato e tutti, più o meno, iniziano da quando il Redentore vide la luce su questa Terra o giù di lì.

Nessun vangelo, neppure tra quelli apocrifi, parla di ciò che era avvenuto precedentemente nell’alto dei Cieli e precisamente di ciò che dovette fare il Padre per convincere il Figlio a farsi una passeggiatina di 33 anni da queste parti.

Io ho trovato un simile vangelo di autore ignoto.

Il Vangelo secondo Ignoto. Ecco cosa narra.

Da un po’ di giorni il Travaglio era presso Dio. Il Travaglio era Dio, il quale andava avanti e indietro a grandi passi nervosi per tutto il Paradiso, scompigliando le nuvolette e costringendo i beati che le abitavano a indossare il paracadute e a reggersi saldamente alle punte di qualche stella fissa, per non rischiare una rovinosa caduta e ritrovarsi per una seconda volta in questo letamaio di Terra.

Sembrava non trovare Pace, assorto com’era in cupi pensieri.

Ad un tratto tutto il Paradiso risplendette di luce eterea perché il Padreterno aveva avuto un’idea: aveva trovato la soluzione al problema che lo assillava.

I beati furono contenti, si tolsero il paracadute e si rassettarono le penne delle alucce; quindi si misero a cercare la cetra che, nel trambusto, s’era perduta nella nuvolaglia.

A passi decisi l’Altissimo si recò dove sapeva sicuramente di trovare il Figlio. E infatti lo trovò all’officina “Primo dicembre” di Sant’Eligio, protettore dei meccanici. Il ragazzo stava truccando ulteriormente il motore della sua 500 targata NA. Napoli..? Nooo, che Napoli?! Nazareth; ma nessuno sapeva ancora perché portasse la targa di quel paese. Lo sapeva solo il Boss, che conosceva il passato, il presente e il futuro. Con quella macchina il ragazzo era solito scorrazzare a tutta velocità per la Via Lattea.

Il Padre lo chiamò:

- Guagliò, esci un momento da sotto a questo catorcio e stammi a sentire.

Gesù uscì da sotto la 500 con la faccia tutta nera di grasso e pulendosi le mani ad uno straccio, si avvicinò al Padre, pensando: “Eccolo qua! C’ha la faccia illuminata. Sarà venuta qualcun’altra delle sue brillanti idee a ‘stu viecchio ‘nzallanuto.”

Tuttavia si dovette mostrare mansueto, perché da un po’ di tempo gli aveva chiesto in regalo un Ferrarino e sperava che prima o poi il Vecchio, che glielo negava, si decidesse a farglielo avere.

- Che vuò? Nun me fa’ perdere tiempo, jamme!

Il Padre, circondandogli le spalle con un braccio, senza temere di sporcare di grasso la candida veste, tanto santa Veronica, la lavandaia, quando le veniva chiesto di lavarla, saliva al settimo cielo, lei che era stata destinata solo al quarto, zona lavanderia, e gli disse.

- Senti un po’. Che ne diresti di fare una passeggiatina sulla Terra?

- Addò? chiese il ragazzo sorpreso. Su quel pianeta inquinato? Ma tu fusse pazzo?

- Non è ancora tanto inquinato. Andiamo, una brevissima passeggiata. ‘Na trentina d’anni.

- Oi pa’, si gghiuto una altra volta a casa di Noè, eh? A chillo le piace ‘o vino, a te manco ti dispiace. Insomma, te si’ ‘mbriacato, n’ata vota?

- Dai, faccio sul serio, continuò il Padre. Sai com’è, c’ho uno scrupolo di coscienza. Ho sbattuto quei poveretti su quel pianeta solo perché mi avevano rubato una mela. Mo stanno ‘nfranzesati di peccato e Satana sta lì lì per farne un sol boccone. Andiamo a redimerli.

- Eh, sì. Hai fatto l’inguacchio, e mo vorresti rimediare. “Faccio l’uomo, faccio pure la donna! Vedrete che capolavoro!” Hai fatto chella monezza di Umanità! Ma lascia che se li magnano i cani a chilli quatto scurnacchiati!

- No, no, non dire così, lo pregò il Padre. Mi sento responsabile. Ché gliela dobbiamo dare vinta a quel cornuto ribelle?

Il Figlio meditò un poco; anche a lui era antipatico quell’angelo comunista che il Padre aveva scaraventato all’Inferno.

- E quando siamo scesi sulla Terra, che cosa dovremmo fare? domandò il ragazzo.

Il Padre imbarazzato, si grattò un po’ il triangolo sulla testa prima di rispondere.

-Veramente… ci andresti… solo tu.

- Papà, tu nun stai bbuono. Me vuò fa’ scendere sulo a me ‘mmieza a chella marmaglia?

- No, stai tranquillo. Io da qua ti controllo. Non ti abbandono mica. Poi trent’anni o poco più di vita laggiù… che vuoi che siano? Passano in un amen. Vedrai, ti divertirai. C’è pure la Maddalena, capisce a mme! Poi tu sai fare quei bei giochetti di prestigio. Resuscitare un morto, moltiplicare i pani e i pesci, trasformare l’acqua in vino. Sbalordirai tutti. Ti divertirai. Solo, alla fine …eh … sarà un po’ fastidioso; ma ‘na cosa di qualche ora.

- Comme ‘na cosa di qualche ora? Perché alla fine… che mi succederà di fastidioso?

_ Ma sì. Cose da niente: qualche scudisciata, un po’ di spine sulla fronte. ‘Na crocifissioncella?

- Oi pa’, ma tu si’ proprio ‘na carogna!? Ma comme, manderesti tuo figlio a morì ammazzato in quel modo?

- Per amore, figlio mio, solo per amore. Oh, e dimmi un po’ una cosa. Io, la guida del Ferrarino la vedrei a destra, che ne dici? Così mi porti un po’ a passeggio per l’universo, io seduto a sinistra e tu alla guida, alla mia destra. Jamme, fai questo sacrificio! Che ti costa? Non è mica tutto questo dolore. Tu sai fare pure quei bei giochi di prestigio; ne fai qualcuno per distrarti, un po’ fai finta di soffrire; pensa che, quando è finito, ti aspetta il Ferrarino. Poi hai l’eternità davanti per godertelo, il Ferrarino. Che sarà mai? Un’oretta, un’oretta e mezza di passione e poi sali su e siedi alla mia destra, nel Ferrarino! E così potrai scorrazzare a tutta velocità tra le più lontane galassie, e salviamo il genere umano dalle grinfie di quel satanasso di un marxista-leninista di angelo ribelle.

- Papà, famme capì. Qua tutti dicono che sei Onnisciente, Onnipotente, Onnipresente e… nun saccio che altro Onni… Ma possibile che, con tutta questa Superscienza, con i Superpoteri che ti ritrovi, non sai trovare un modo nu poco cchiù cristiano di risolvere il problema, per salvare quei figli di buona donna sulla Terra? chiese il ragazzo.

- Vai, vai. Poi, quando torni ti spiego. Adesso non dobbiamo perdere più tempo; è l’anno zero, è il 24 dicembre e sono le 11,35. Tieni meno di mezz’ora per lavarti e prepararti. Io intanto vado a consigliarmi con sant’Eligio per sapere come procurarti il Ferrarino. Tu lo vuoi rosso, eh? A me non è che piace tanto questo colore, ma se a te piace, sia fatta la tua volontà.

E Gesù, a sentire parlare del Ferrarino rosso, che si sognava pure la notte, ma un po’ pure per accontentare quel povero Vecchio che aveva i suoi scrupoli di coscienza, si fece quattro conti, decise che non avrebbe dovuto dimenticare la valigia con i giochi di prestigio, e accettò.

Il Padre, tuttavia, sapeva benissimo che neanche il sacrificio del Figlio avrebbe mai reso l’Uomo migliore; ma volle che fosse attuato quel progetto affinché non si dicesse che nulla aveva fatto per salvare la sua Creatura dalla Selva oscura.

Insomma, il Vangelo secondo Ignoto sarebbe una specie di antefatto a tutti gli altri vangeli.

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